martedì 27 marzo 2018

Recensione del libro: "Peppino Impastato, una voce libera"

A marzo, il mese della legalità, durante le ore di italiano è stato letto il
libro: "Peppino Impastato, una voce libera".
Il protagonista del libro è Totò, un dodicenne siciliano, che entra in
contatto con la mafia. All'epoca, in Sicilia, non si parlava mai di mafia, anzi,si negava la sua esistenza. Il primo capitolo narra di un matrimonio a cuivpartecipa anche Totò e la sua famiglia. Durante il matrimonio arrivarono degli uomini e al loro arrivo tutta la sala si zittì. Uno degli uomini disse che aveva portato al padre dello sposo un  regalo: una cravatta, ma doveva stare attento a non strozzarsi. Maria e Michele, i cugini più grandi di Totò, gli spiegarono che quella era una metafora e che gli uomini erano dei mafiosi. Maria chiese al cameriere se avesse una radio, lui annuì e ne prese una. Girando la manopola la radio si sintonizzò su "Onda Pazza" una trasmissione di "Radio Aut".
Da questo episodio Totò cominciò ad entrare in contatto con il
Peppino Impastato che gli fece aprire gli occhi sulla realtà della mafia.
Totò era un ragazzo molto curioso e questa curiosità lo spingeva spesso a
Fare domande al padre sull'argomento "mafia" ma il padre rispondeva
spesso in modo vago e a volte si infastidiva. ll ragazzo, anche senza il
consenso del padre, andava spesso al circolo  fondato da Impastato perché vuol sapere sempre più sull’argomento, era chiamato dai membri del circolo “membro giovane”. Peppino Impastato    spiega, a modo suo, a Totò perché non si parla di mafia.
Consiglierei di leggere questo libro perché è adatto ai ragazzi, coinvolgente e ti viene voglia di leggerlo tutto ad un fiato.

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